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Quando la vita era appesa a un filo, la mano di Dio è venuta in mio soccorso

Non vorrei mai perdere la strada, perché sono su questa magnifica rotta per rimanere” (“Se Dio non mi avesse salvato” in Segui l’Agnello e canta dei canti nuovi). Ogni volta che sento questo inno di esperienza, mi commuovo sempre profondamente. Se non fosse stato per Dio che mi ha salvato, come descritto nell’inno, forse starei ancora vagando senza meta nel mondo, sfinendomi a rincorrere il denaro, persino fino al punto che avrei già da tempo perso la mia vita e sarei morto all’estero, in terra straniera…
Immagine della Chiesa di Dio Onnipotente

Quando la vita era appesa a un filo, la mano di Dio è venuta in mio soccorso

Ling Wu, Giappone

  “Se Dio non mi avesse salvato, io sarei alla deriva in questo mondo,

con fatica e dolore nel peccato, ogni giorno cupo e disperato.

Se Dio non mi avesse salvato, io sarei schiacciato dal demonio,

intrappolato dai piaceri del peccato, ignorando cosa potrebbe esser la mia vita,

Se Dio non mi avesse salvato, oggi sarei qui senza le mie benedizioni,

meno ancora saprei perché dovremmo continuare a vivere o il significato della nostra vita.

Se Dio non mi avesse salvato, sarei ancora confuso riguardo alla mia fede,

passando ancora i giorni nel vuoto, senza sapere in chi riporre la mia fede.

Ho finalmente capito che, nel cammino, la mano amorevole di Dio tiene la mia.

  Non vorrei mai perdere la strada, perché sono su questa magnifica rotta per rimanere” (“Se Dio non mi avesse salvato” in Segui l’Agnello e canta dei canti nuovi). Ogni volta che sento questo inno di esperienza, mi commuovo sempre profondamente. Se non fosse stato per Dio che mi ha salvato, come descritto nell’inno, forse starei ancora vagando senza meta nel mondo, sfinendomi a rincorrere il denaro, persino fino al punto che avrei già da tempo perso la mia vita e sarei morto all’estero, in terra straniera…

  Sono un figlio degli anni Ottanta, nato in una normale famiglia contadina. Mio fratello maggiore non stava mai bene e, fin da piccolo, era sempre malato. Mio padre era rimasto ferito in un incidente quando avevo dieci anni; due anni dopo, era paralizzato. La situazione finanziaria della nostra famiglia era stata difficile fin dall’inizio e, curando mio padre, ci indebitammo pesantemente. I nostri amici e parenti avevano paura che non saremmo mai stati in grado di ripagare il debito e non erano disposti a prestarci denaro. Impotente, fui costretto ad abbandonare la scuola a sedici anni per andare a lavorare lontano da casa. Nella notte profonda e tranquilla, pensavo spesso: “Da piccoli, i bambini della mia stessa età giocavano liberamente dopo la scuola, mentre io dovevo stare nei campi a lavorare la terra; ora sono cresciuti come me e vanno ancora a scuola, comportandosi da bambini viziati con i loro genitori, ma io devo iniziare a lavorare in tenera età e patire ogni genere di difficoltà per sostenere la mia famiglia…”. A quel tempo, mi lamentavo con i miei genitori del fatto che mi avevano fatto nascere e chiedevo loro perché fossi venuto al mondo solo per soffrire e faticare. Ma non c’era nulla che potessi fare al riguardo; potevo solo accettare quella realtà. Al momento, il mio più grande desiderio era lavorare sodo, guadagnare soldi, consentire ai miei genitori di vivere comodamente e non essere più disprezzato dagli altri.

  All’inizio, lavoravo in una fabbrica privata di leghe di alluminio. Dal momento che ero un lavoratore-bambino, il capo si prendeva sempre cura di me fornendomi vitto e alloggio. Dopo un anno, capii che il mio salario era troppo basso e scelsi di andare a fare il verniciatore in una fabbrica di mobili, lavoro che gli atri non volevano fare. A quel tempo, a prescindere dal tipo di lavoro che stessi facendo, fintanto che non avessi violato la legge, sarei andato a farlo, se mi consentiva di fare più soldi. Il mio unico obiettivo era diventare una persona con i soldi, così da non dover ancora vivere la vita di una persona povera. In seguito, i miei parenti mi presentarono a una società che mi offrì l’opportunità di lasciare il paese per lavorare. Non avevo mai immaginato che dopo qualche anno sarei andato all’estero.

  Nella primavera del 2012, il mio desiderio si realizzò quando giunsi in Giappone e iniziai la mia nuova vita. Trovai impiego nell’industria cantieristica navale e, dopo un periodo di apprendistato, firmai un contratto triennale con l’azienda. Quando iniziai a lavorare, ero esausto e sofferente. Poiché non sapevo come cucinare, mangiai spaghetti istantanei per un mese, fino a quando non potei più mangiarli senza provare la sensazione di stare per vomitare e fui costretto a imparare a cucinare. Non ho idea di quanti giorni abbia mangiato riso a metà cottura. In Giappone eravamo stranieri; quindi era difficile per i lavoratori dell’azienda evitare un trattamento scorretto nei propri confronti. Ci facevano svolgere un sacco di attività sporche, faticose e pericolose. Quando spruzzavo la lacca, ero piuttosto spaventato perché, se il gas fosse venuto a contatto col fuoco, mi sarei ustionato e, se avessi smesso di prestare attenzione per un attimo, avrei potuto mettere in pericolo la mia vita. Ma non importava se c’era sofferenza nella mia vita o pericolo nel mio lavoro, fintanto che pensavo di fare più soldi da mandare alla mia famiglia, di poter acquistare una macchina e una casa al mio ritorno in patria e di elevarmi sugli altri e non essere più povero, sentivo che, in quel periodo, la mia sofferenza in realtà non era troppo grande. Tre anni della mia vita passarono in un batter d’occhio e il periodo di tempo sul mio visto era giunto quasi al termine. L’azienda aveva una politica di rinnovo dei contratti; quindi, per fare più soldi, scelsi di rinnovare il mio contratto e continuare a lavorare in Giappone. Quello che mi sorprese piacevolmente fu che, non molto tempo dopo aver rinnovato il contratto, incontrai il Vangelo del Regno di Dio Onnipotente.


  Nel settembre del 2015, un’amica che avevo incontrato in Giappone mi parlò dell’opera di Dio negli ultimi giorni. Mentre mi parlava della fede in Dio, pensavo che quella fosse solo una fede come un’altra e non ritenevo fosse interessante. Sentivo che la fede in Dio non avrebbe potuto cambiare il mio destino. Subito dopo, parlai alla mia amica del mio modo di pensare e delle difficoltà che avevo affrontato; poi le chiesi: “La fede in Dio può cambiare il mio destino? Ho sofferto così tanto; sono proprio una persona sfortunata. Se avessi soldi, non soffrirei e, in questo momento, la cosa più realistica per me è fare soldi. Per me, credere in Dio è qualcosa di remoto”. Quando la mia amica mi sentì parlare così, mi lesse una sezione della parola di Dio: “Ovunque tu vada quotidianamente, qualunque cosa tu faccia, chiunque o qualsiasi cosa incontri, qualunque cosa tu dica o ti accada, la puoi prevedere? La gente non può prevedere tutti questi eventi, tantomeno controllare come si sviluppino. Nella vita, questi eventi imprevedibili accadono sempre e succedono quotidianamente. Queste vicissitudini quotidiane e i modi in cui avvengono, o gli schemi con cui vanno a finire, ricordano costantemente all’umanità che nulla accade per caso, che le conseguenze di queste cose e la loro inevitabilità non possono essere modificate dal volere umano. Ogni avvenimento trasmette un’esortazione da parte del Creatore all’umanità, unitamente al messaggio che gli esseri umani non possono controllare il loro destino; allo stesso tempo ogni evento è una confutazione dell’ambizione inutile e selvaggia dell’umanità e del suo desiderio di prendere in mano il proprio destino. Uno dopo l’altro, sono come potenti schiaffi sulle orecchie dell’uomo che lo costringono a riconsiderare chi, alla fine, governa e controlla il suo destino. Dato che le loro ambizioni e i loro desideri vengono ripetutamente contrastati e distrutti, gli esseri umani arrivano naturalmente a un’accettazione inconsapevole di ciò che il destino riserva loro, un’accettazione della realtà, della volontà del Cielo e della sovranità del Creatore. Da queste vicissitudini quotidiane al destino di tutta una esistenza non c’è nulla che non riveli i progetti del Creatore e la Sua sovranità; non c’è nulla che non trasmetta il messaggio che ‘l’autorità del Creatore non può essere trascesa’, e che non trasmetta la verità eterna che ‘l’autorità del Creatore è suprema’” (“Dio Stesso, l’Unico III” in Continuazione di La Parola appare nella carne). Dopo aver sentito ciò, capii che quelle parole avevano molto senso, e non potei fare a meno di pensare che anche la possibilità di rinnovare il mio contratto sembrava qualcosa che era stato disposto da Dio. Mi fece anche pensare che la casa in cui sono nato e la vita con la mia famiglia erano cose in merito alle quali non avevo alcuna scelta. Ebbi la sensazione che da qualche parte lì fuori ci fosse un Sovrano al comando.

  La mia amica mi fece anche leggere questa sezione della parola di Dio “‘Dio Stesso, l’Unico III’ in Continuazione di La Parola appare nella carne” che parla dei sei momenti critici che una persona deve superare nella vita: Nascita: primo momento; Crescita: secondo momento; Indipendenza: terzo momento; Matrimonio: quarto momento; Progenie: quinto momento; Morte: sesto momento. Quando ebbi letto la parola di Dio, rimasi stupito. Non avevo mai immaginato che Dio avesse parlato così chiaramente del destino dell’uomo, e i fatti sono proprio come Egli li ha descritti. In circostanze normali, una persona sperimenta questi sei momenti critici nella vita. Pensai a quante persone sofferenti ci fossero sulla terra e che non c’ero solo io. Se il destino dipendesse davvero dalla scelta di una persona e se questa ne avesse il controllo, allora tutti sceglierebbero di vivere in una grande casa fantastica, e ci sarebbe qualcuno che soffrirebbe per la povertà e gli stenti? In realtà, la scelta della famiglia in cui nascere non dipende assolutamente da loro, e non possono scegliere che tipo di genitori avere. Una volta adulti, anche il tipo di marito o moglie che hanno non dipende da loro. … Più ci pensavo, più sentivo che quelle parole erano pratiche, e poi, in cuor mio, cominciai a credere a ciò che Dio Onnipotente aveva detto. Il destino non è qualcosa che si possa cambiare da soli. Da allora, cominciai a interessarmi sempre di più alla fede in Dio, credetti nella Sua esistenza e che il destino di una persona non fosse sotto il Suo controllo. Ma poiché non sapevo molto su di Lui, sentivo che era molto lontano da me. Tuttavia, in un’esperienza non molto tempo dopo, sentii sinceramente che Dio è accanto a me, che veglia su di me e mi protegge.

  Quel giorno pioveva e andai a lavorare come al solito, ma non avevo assolutamente idea del disastro che si stava avvicinando, di soppiatto, per colpirmi. Verso le 10 del mattino, ero al lavoro in cantiere, quando all’improvviso sentii un “boom”. Non sapevo che cosa si fosse schiantato a terra, e ciò mi diede un gelido brivido di terrore. Quando girai la testa per guardare, ero stordito e vidi che, da una gru, era caduto un tubo di ferro dal diametro di 40 cm e lungo 4 m che pesava circa mezza tonnellata. Si era schiantato a terra a meno di mezzo metro da dove stavo io. In quel momento, ero così terrorizzato che rimasi completamente senza parole e, dopo lo shock, mi occorse un po’ di tempo per riacquistare la padronanza di me stesso. In cuor mio, stavo urlando senza sosta: “Grazie, Dio! Ti ringrazio, Dio!” Se Dio non fosse stato lì a vegliare su di me e a proteggermi, il tubo di ferro si sarebbe schiantato direttamente su di me e la mia insignificante vita sarebbe finita.

  Dopo aver terminato di lavorare, mentre stavo parlando con i fratelli e le sorelle di ciò che era accaduto quel giorno, essi mi dissero che era stata la protezione di Dio. Mi lessero anche un passo tratto dalla parola di Dio Onnipotente: “Durante la propria lunga vita, essenzialmente ogni individuo ha incontrato molte situazioni pericolose ed è stato sottoposto a molte tentazioni. Ciò, poiché Satana è esattamente di fianco a te, con gli occhi costantemente fissi su di te. Gode quando una sventura ti colpisce, quando le calamità si abbattono su di te, quando non ti va bene niente, e gode quando resti impigliato nella rete di Satana. Quanto a Dio, Egli ti protegge costantemente, tenendoti lontano da una sventura dopo l’altra e da un disastro dopo l’altro. Questo è il motivo per cui dico che tutto ciò che l’uomo ha—pace e gioia, benedizioni e sicurezza personale—sono di fatto sotto il controllo di Dio, ed Egli guida e decide la vita e il fato di ciascuno” (“Dio Stesso, l’Unico VI” in Continuazione di La Parola appare nella carne). Dopo aver letto la parola di Dio, capii che le persone vivono ogni giorno nella rete di Satana e che vengono danneggiate in modo crudele. Senza Dio che veglia su di loro e le difende, sarebbero state da tempo inghiottite da Satana. In tutti quegli anni, non so quante volte ho goduto del fatto che Dio vegliasse su di me e mi proteggesse, ma per tutto il tempo non ho conosciuto Dio né Lo ho adorato; non avevo veramente coscienza. A partire da quel momento, ho capito meglio la grazia della salvezza di Dio. Se ho potuto vivere fino a quel momento è stato tutto grazie alla mano amorevole di Dio che mi difende, e L’ho ringraziato dal profondo del cuore. Ho anche deciso che, in futuro, avrei fatto tutto il possibile per seguirLo. Nei giorni seguenti, ho frequentato spesso incontri con fratelli e sorelle e sono stato accolto a condurre una regolare vita di Chiesa e, lentamente, nella mia vita si sono verificati dei cambiamenti. Non avevo più l’ansia, la sofferenza e la vacuità di una volta. Noi fratelli e sorelle leggevamo insieme la parola di Dio e la comunicavamo insieme, cantavamo inni di lode a Dio, liberi e liberati nella nostra cuore, aiutandoci e assistendoci l’un l’altro nella vita spirituale. Nessuno di loro mi ha guardato dall’alto in basso, né c’era qualcuno che disprezzasse i poveri e adulasse i ricchi, e ho sentito di poter vivere con dignità. Vivendo in questa grande, calda e felice famiglia della Chiesa di Dio Onnipotente, mi sono sentito molto più felice e soddisfatto che in passato.

  Un giorno, è accaduto qualcosa a un individuo giapponese nella nostra azienda. Era un lavoratore di lunga data e aveva già più di dieci anni di esperienza in azienda. Era bravo sia riguardo alla consapevolezza dei rischi sia riguardo alla tecnologia. Quel giorno, al lavoro, stava guidando un carrello elevatore e stava facendo un lavoro mentre era sollevato in aria, a 20 metri di altezza. Mentre stava azionando il carrello, per mancanza di attenzione, è fuoriuscito del gas liquido, che è colato su di lui. Nello stesso momento c’era un altro operaio sopra di lui che stava facendo delle saldature e, all’improvviso, è caduta una scintilla, che è finita sui suoi vestiti. Quando il gas fuoriuscito è entrato in contatto con la scintilla, è andato rapidamente a fuoco, ed è scoppiato un incendio. Molte persone sono rimaste a fissare con sguardo assente quel vecchio lavoratore che veniva divorato dalle fiamme sul posto, ma erano totalmente impotenti e incapaci di fare qualsiasi cosa. Era già troppo tardi per cercare qualcuno per salvarlo, e in pochi minuti è morto bruciato. Quando abbiamo visto accadere questa tragedia, abbiamo provato dispiacere per lui e non abbiamo potuto fare a meno di pensare alle nostre vite: per che cosa vive, dopo tutto, la gente? A causa di una cosa simile, accaduta proprio vicino a me, ho veramente capito che, se una persona si è allontanata da Dio e non ha Dio a vegliare su di lei e a proteggerla, la sua vita è priva di protezione in qualsiasi momento. Le persone sono così insignificanti di fronte alle calamità e possono crollare facilmente e, indipendentemente da quanto sia grande la sua esperienza o quanti più soldi abbia, nessuna persona è in grado di salvare se stessa.


  In seguito, ho letto un passaggio della parola di Dio: “Per via della sovranità del Creatore e della predestinazione, un’anima solitaria, che quando è venuta al mondo non aveva altro che un nome, acquisisce dei genitori e una famiglia, la possibilità di diventare un membro della razza umana, di sperimentare la vita umana e di vedere il mondo; inoltre, ha l’occasione di fare l’esperienza della sovranità del Creatore, di conoscere le meraviglie del creato che Egli ha compiuto, e, soprattutto, di conoscere ed essere conforme alla Sua autorità. Tuttavia, la maggior parte della gente non coglie realmente questa rara e fuggevole opportunità. la gente spreca l’energia di una vita a combattere contro il destino, trascorre il tempo dandosi da fare per cercare di mantenere la famiglia e conquistare la ricchezza e la reputazione. Le cose a cui la gente tiene più di tutto sono la famiglia, i soldi e la fama; le considera gli aspetti più importanti della vita. Si lamentano tutti del destino, tuttavia respingono ripetutamente in un angolo delle loro menti le questioni più importanti da analizzare e capire: perché l’uomo è vivo, come deve vivere, qual è il valore e il senso della vita. Per tutta la vita, anche quando si vive a lungo, le persone si affrettano qua e là nel tentativo di avere fama e fortuna, finché la giovinezza non finisce ed esse non diventano grigie e rugose; finché non si rendono conto che la fama e la fortuna non possono arrestare l’avanzata della vecchiaia, che il denaro non può riempire il vuoto del cuore; finché non capiscono che nessuno può sottrarsi alla legge della nascita, dell’invecchiamento, della malattia e della morte, che nessuno può sfuggire a ciò che riserva il destino. Soltanto quando sono costretti a confrontarsi con il momento finale della vita comprendono che, anche se una persona possiede milioni di proprietà, anche se è privilegiata e di alto rango, nessuno può sfuggire alla morte, ognuno tornerà al posto che occupava inizialmente: un’anima solitaria, con nient’altro che il suo nome” (“Dio Stesso, l’Unico III” in Continuazione di La Parola appare nella carne). Dopo aver finito di leggere le parole di Dio, ero profondamente scosso: gli spiriti delle persone provengono da Dio e sono destinati da Dio a venire nel mondo degli uomini. Ma le persone non vogliono ancora credere in Dio e adorarLo e non apprezzano l’opportunità di sperimentare l’autorità del Creatore, ma sanno solo vivere per i soldi, la fama e le relazioni familiari. Sono tutti impegnati a correre da ogni parte, cercando strenuamente di sbarazzarsi di ciò che è stato stabilito per il loro destino; ma cosa possono ottenere le persone cercando queste cose? Qualcuno ha mai pensato a quale di queste cose − parenti, fama o ricchezza − possa salvare la propria vita quando la morte è imminente? Guarda la morte del mio vecchio collega: non è la migliore dimostrazione di questo fatto? Pensando alle cose che ho cercato in passato, non è lo stesso? Quando andavo all’estero per lavoro, accettavo qualsiasi lavoro sporco, faticoso o pericoloso, solo per guadagnare un po’ più di denaro, per far sì che la gente mi apprezzasse, e così non avrei sofferto l’umiliazione della povertà. Anche se ho attraversato ogni tipo di sofferenza, non ho mai pensato di cambiare questo modo di vivere. Ho solo seguito la stessa strada per tutto il tempo. Nel mio cuore, non sapevo se c’è un Dio, né sapevo che il destino dell’uomo è nelle mani di Dio. Mi affidavo a me stesso per cambiare il mio destino e mi sforzavo di scappare dall’orchestrazione e disposizione di Dio destinate alla mia vita. Quella che stavo seguendo non era la strada per la rovina? Se non fosse stato per la salvezza di Dio o per il fatto che Egli vegliava su di me e mi proteggeva, temo che la mia misera vita mi sarebbe stata strappata via da Satana da molto tempo. Inoltre, come avrebbe potuto la mia vita diventare appagata e significativa come lo è adesso? In quel momento, finalmente ho capito che il significato della vita non è cercare ricchezza o fama, cercare di precedere gli altri, in modo che ti apprezzino, ma piuttosto venire alla presenza di Dio, per adorarLo e ricevere la Sua salvezza e per liberarsi dal male di Satana. Più la penso così, più mi commuovo. Vedo che sono in grado di credere in Dio, e questo è Lui che mi tratta con una grazia speciale. Non so come esprimere il sentimento di gratitudine verso Dio nel mio cuore, e così ho imparato l’inno “Se Dio non mi avesse salvato” per esprimerGli la mia lode e ringraziare Dio Onnipotente per avermi salvato!

Non vorrei mai perdere la strada, perché sono su questa magnifica rotta per rimanere” (“Se Dio non mi avesse salvato” in Segui l’Agnello e canta dei canti nuovi). Ogni volta che sento questo inno di esperienza, mi commuovo sempre profondamente. Se non fosse stato per Dio che mi ha salvato, come descritto nell’inno, forse starei ancora vagando senza meta nel mondo, sfinendomi a rincorrere il denaro, persino fino al punto che avrei già da tempo perso la mia vita e sarei morto all’estero, in terra straniera…
Immagine della Chiesa di Dio Onnipotente

 

 

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